Autore: Fabrique
Istruzioni per il lavaggio dei capi Handmade
Una piccola guida con alcune semplici istruzioni di lavaggio per i vostri capi handmade. D’ora in avanti il lavaggio di capi handmade non sarà più un segreto, ma dovete fare attenzione: è frequente che, nel nostro settore, si preferiscano, per ragioni etiche o di sostenibilità, materie prime del tutto naturali o poco trattate, e quindi più delicate, che mal sopporterebbero un lavaggio troppo violento.
Ecco alcuni accorgimenti perché i vostri capi preferiti non vi abbandonino mai…sembrerà strano, ma a volte le istruzioni sull’etichetta da sole non bastano!
Prima di iniziare, un piccolo promemoria : dividete sempre il bucato a seconda dei colori, nero con nero, bianco con bianco e colorati con colorati. Se avete il sospetto che un capo stinga (a volte i capi artigianali, o nuovi in generale, presentano un eccesso di colore che si perde con i primi lavaggi), inumiditelo e stiratelo su un panno di cotone bianco, lo noterete subito.
Non tutti i tessuti sono uguali, se volete che i vostri capi handmade preferiti vi facciano compagnia ancora per molte stagioni, dovete conoscerli e rispettare queste piccole regole.
La SETA è la fibra naturale più delicata in assoluto: il lavaggio va effettuato a mano in acqua e sapone, preferibilmente fredda o appena tiepida. Il risciacquo è rigorosamente a freddo, con qualche goccia d’aceto o un cucchiaino di zucchero. L’asciugatura dev’essere il più dolce possibile: evitate di strizzare il capo e stendetelo ben dritto su una gruccia senza mai esporlo alla luce diretta del sole, potrebbe ingiallire! Non avete finito di leggere la frase e l’avete esposto al sole? Lasciatelo in ammollo in 3/4 di acqua fredda, 1 goccia di ammoniaca e 1/4 di acqua ossigenata.
LINO e COTONE sono meno delicati, ma meritano comunque un certo rispetto. I capi in lino e cotone vanno smacchiati a mano e il lavaggio in lavatrice dev’essere sempre inferiore ai 50°, si tratta di fibre naturali e un lavaggio più intenso rischierebbe di comprometterne il colore. L‘asciugatura è sconsigliata a luce diretta del sole o in asciugatrice, che potrebbero comportare restringimento.
La LANA è delicatissima, non va mai bollita né lavata con prodotti a base di cloro. Il lavaggio a mano è raccomandato ( senza ammollo e in acqua e ammorbidente a temperatura inferiore ai 30°C), ma, se siete temerarie, è possibile anche lavarla in lavatrice. Dopo aver assorbito l’acqua in eccesso con un panno, senza mai torcere il capo, poniamolo su un panno asciutto per l’asciugatura.
La VISCOSA e le fibre artificiali in genere hanno un carattere meno sensibile, ma sconsigliamo il lavaggio oltre i 50° e l’asciugatura in asciugatrice.
In bocca al lupo, belle lavanderine!
FABRIQUE AVANT FABRIQUE
Quella del 7 gennaio è stata una data importante e il nostro primo giorno ufficiale, ma prima?
Non siamo sempre state così, ma siamo sempre state qui, nella nostra piccola casa.
2011: Elena trova un appartamento al terzo piano di questo palazzo, Fabrique non si chiama Fabrique, ed è un mucchio dimenticato di calcinacci e polvere, in un vicolo con un nome strano. “Tresanda del Territorio”.
“Tresanda” significa, letteralmente, “viottolo, stretto passaggio”, il luogo ideale per aprirci un negozio, insomma.
Ogni giorno Elena esce di casa per andare al lavoro, ogni giorno il mucchio dimenticato resta muto a piano terra, passa il tempo e crescono i calcinacci, passa il tempo e si accumula polvere.
Ogni tanto una sbirciata dentro, con molta immaginazione.
L’inspiegabile.
Non so ancora come Elena abbia convinto la nostra padrona di casa, non so nemmeno in che giorno le sia esattamente venuto in mente, ma so che è successo e che da lì in poi avremmo avuto una casa.
Una seconda casa in cui avere una scrivania, una macchina da cucire e delle scatole ammassate con i nostri tessuti: per noi era già il massimo.
Con poche pretese abbiamo riunito amici con le nostre stesse intenzioni ed è iniziato tutto, senza troppi progetti, senza troppe finanze e con un nome ridicolo.
Riciclate le tende della zia per coprire le vetrine, dimenticato il riscaldamento e acquistatate in colorificio delle tinte in offerta per le pareti (un lilla e un ottanio, che avrei preferito prendere un pugno in un occhio), abbiamo iniziato.
Era tutto giusto e in qualche modo aveva un senso.
Così passano i mesi, cambiano gli amici in condivisione, e si alternano diverse esperienze, le pareti almeno si sbiancano, e ogni giorno impariamo qualcosa.
Ognuno di loro ci ha fatto un regalo, anche senza volerlo, se ora siamo così.
Tutti i giorni siamo cresciute, e tante risposte sono arrivate da sole, senza fretta.
Anche oggi ci dividiamo ancora tra Fabrique e un’altro lavoro, ma almeno siamo sicure che la passione abiti qui!
Quando ci viene chiesto di motivare alcune scelte, di spiegare il nostro stile e la nostra immagine non abbiamo mai molto da dire.
In effetti tutto si spiega da solo e si spiega con noi, perché sarebbe come dover spiegare come mai hai un gatto e non un cane o perché non ti piace il gelato al pistacchio mentre piace a tutti.
Non ho un gatto, ne ho due e tendo ad odiare il gelato al pistacchio perché sono fatta così.
Tutto quello che vedete, infilandoci una buona parte di disordine, è così per questi motivi, ed è così per noi.
Speriamo che vi piaccia.
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