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DIY da 5 minuti: il cerchietto arricciato!

Siamo tornate e siamo più cariche che mai!

Sei pronta a ricominciare a cucire? Scaldiamo i motori della nostra Husqvarna Viking e partiamo!

 

Questo progetto è semplicissimo, e potrebbe piacerti per tre motivi:

  • è perfetto per dare un senso a tutti quei ritagli di tessuto che tieni nei cassetti
  • è molto immediato
  • è adatto anche alle meno esperte

Per realizzarlo avrai bisogno di:

5 minuti

5 caramelle gommose per i cali di zuccheri 

1 macchina da cucire (ma puoi arrangiarti anche a mano, niente scuse!)

il cerchietto più brutto che hai!

ago, filo da imbastitura e una striscia di Jersey elasticizzato di alta 20 cm e lunga 40!

 

 

Piega a metà sul diritto la tua striscia di  Jersey e taglia due forme allungate della lunghezza di 40 cm, dove il punto più alto (al centro) sia di 10 e le aperture laterali siano di 2 .

Assembla diritto contro diritto i due “pescetti” che hai appena creato, quindi spilla, imbastisci e cuci tenendoti a 2 cm! 

Gira la fascia sul diritto e inserisci il cerchietto

Poi chiudi le due estremità creando, sull’esterno, due pieghe baciate che fermerai con una cucitura.

Fai sempre attenzione a non urtare il cerchietto con il piedino della macchina da cucire e stai tranquilla:  in questo caso l’elasticità del Jersey ti verrà in aiuto, e ti permetterà di “muoverti” comodamente! 

Se non ti senti sicura alla macchina non preoccuparti: potrai sempre armarti di pazienza e cucire a mano, sarà un’ ottima palestra per le imbastiture del futuro!

Ora portati al centro del cerchietto e arriccia il tessuto fermandolo con un paio di punti a mano; a noi piace che abbia un effetto morbido e romantico, ma, se lo trovi troppo “abbondante” puoi fermarlo arricciandolo anche sui lati!

Tadaaaaan! 

Ecco un accessorio bello come il sole e pronto per essere  indossato!

Noi abbiamo usato un ritaglio della nuova stampa “Cream” che abbiamo disegnato per la primavera della nuova collezione, ti piace? 

Ora dobbiamo rimetterci al lavoro, ma non vediamo l’ora di vedere i tuoi progetti: mettiti all’opera, scrivici o condividi i tuoi progressi con l’ #iocucioconfabrique 

 

E ti senti sola, ricorda: siamo sempre lì con te! 

Con amore 

Elena e Francesca 

 

[DISCLAIMER] nessuna Maestra Cattiva è stata maltrattata nella realizzazione di questo progetto. 

 

Vi ricordate come eravamo?

Oggi per noi è un giorno speciale: Fabrique compie 3 anni! Mettetevi comode, stiamo per sfogliare l’album dei ricordi.

Vi ricordate Tresanda del Territorio? Tresanda del Territorio è stato il primo Fabrique. Per chi non lo sapesse, Tresanda del Territorio è una traversa di via Gramsci, uno di quei vicoli dove è impossibile passare per caso.

Nel nostro primo negozio l’arredamento è un’accozzaglia di mobili di recupero, tutti pitturati di bianco con le nostre mani (forse per farli sembrare meno accozzaglia) e fa sempre freddo. Dopo varie esperienze di condivisione dello spazio, ci ritroviamo sole e la cosa non ci dispiace affatto.

Questa è stata la nostra prima vetrina: eravamo così emozionate che l’ abbiamo fotografata senza nemmeno spostare la scala.

Tresanda del Territorio è divertente perché è un perenne “lavori in corso” e la disposizione dei mobili cambia una decina di volte. A un certo punto riusciamo a guadagnarci un’appenderia dell’Ikea e ci sentiamo proprio un “vero negozio”.

Con una gran paura iniziamo i primi corsi di cucito: che strano sentirsi chiamare “maestra”! Fabrique diventa timidamente quello che avevamo sempre sperato: un intreccio di voci, chiacchiere e passione.

La direzione non è molto chiara, ma questo sta diventando un bel viaggio: nell’estate del 2015 presentiamo la nostra prima collezione in un mare di barchette di carta.

Il tutto sotto lo sguardo vigile e attento della nostra vecchia macchina da cucire, compagna di mille avventure.

Arriva l’estate e i corsi non si fermano mai. Tresanda del Territorio inizia a starci stretta. Un giorno ci accorgiamo di un posticino sfitto in zona Piazza Vittoria. Sono due stanze, neanche troppo grandi ma centrali quanto basta, proprio di fronte alla pescheria Lazzaroni. Con il nostro proverbiale tempismo troviamo l’agenzia immobiliare chiusa per ferie e ci logoriamo con mille congetture su affitto e probabile olezzo di pesce nel vicolo, ma siamo già innamorate e non ci ferma nulla.

Ciao, via Dandolo!  

In poco meno di tre settimane traslochiamo, e, con le macchine industriali issate su un carrello, ci trasciniamo avanti e indietro per via Gramsci, sotto gli sguardi sbigottiti dei passanti.

Il 26 settembre arriva l’inaugurazione e capiamo che gonfiare un centinaio di palloncini è quasi peggio di un trasloco. 

Lo stesso giorno presentiamo la seconda collezione e facciamo amicizia con il vicinato. Avere dei vicini ci sembra una cosa incredibile perché in Tresanda del Territorio eravamo sole.

 

E in via Dandolo prendiamo la nostra prima decisione importante: da Fabrique ci dovranno sempre essere sempre delle caramelle.

I corsi continuano: facciamo corsi il martedì, il mercoledì e il giovedì e, a fine ottobre aggiungiamo anche il sabato mattina. Ogni mese dobbiamo dire di no a qualche aspirante sartina, dispiace a noi e dispiace anche a loro.

In via Dandolo non c’è il magazzino e, mentre cerchiamo di progettare un sistema di scaffalature tanto incredibile quanto irreale, scopriamo che c’è uno negozio sfitto all’inizio di Corso Mameli.

Ora sono dieci mesi che siamo in Corso Mameli e, finalmente, abbiamo trovato pace.

Pensieri sparsi:

  • di solito quando dobbiamo indicare una situazione un po’ arrabattata diciamo “stile Tresanda del Territorio”
  • i signori della Pescheria ci mancano moltissimo
  • qualche giorno fa abbiamo adottato un gatto e lo abbiamo chiamato Martino perché a Brescia, quando si trasloca, si dice “fare S. Martino”
  • le caramelle da Fabrique non finiranno mai.

 

 

 

 

 

 

 

 

I nostri momenti preferiti del 2017

In laboratorio si respira il clima tranquillo degli ultimi giorni dell’anno e, tra tanti amici che passano a salutarci, tiriamo le somme di questo 2017 che ci è piaciuto proprio tanto.

Oggi vogliamo ricordare gli eventi che hanno segnato questi 365 giorni impegnativi ma pieni di soddisfazioni.

Il primo momento speciale è stato il grande trasloco, nel nostro nuovo spazio di Corso Mameli. Sono stati giorni intensi e, con grande soddisfazione, siamo state un po’ sartine e un po’ imbianchine.

Il secondo evento importante è stato Ethics&Aesthetics, il festival della moda sostenibile e del consumo consapevole che abbiamo organizzato grazie al supporto di ITS Machina Lonati, l’ateneo della moda di Brescia. La rassegna è terminata con il Fashion Revolution Contest: i due studenti vincitori, Daniel Alvarenga e Federico Mazzon, hanno realizzato una capsule collection che ha accompagnato la nostra collezione estiva.

 

E una vera cosa bella? La collaborazione con CoseBelle Magazine: ogni mese abbiamo studiato un tutorial di cucito per questa redazione di donne fantastiche e indipendenti.

Poi un giorno ci arriva una mail che ci lascia senza parole: Irina, una giovane studentessa dell’ateneo di Udine ci ha incluso nella sua tesi di ricerca sulla moda sostenibile, e siamo ancora senza parole.

 

A giugno insieme alla nostra amica crazy knitter Laura Baresi abbiamo allestito una giugla di carta  tropicale per la vetrina estiva della blasonatissima gelateria Bedussi: eccoci qui, stremate e soddisfatte davanti al nostro muro di foglie. Non è meraviglioso?

A volte anche le sartine si scatenano! Abbiamo collaborato con una realtà alla quale siamo particolarmente affezionate: Musical Zoo. Con i nostri tessuti, e le creazioni crochet di Laura abbiamo creato le maschere per gli artisti che hanno animato i palchi del festival.

Ci siamo rifatte il look anche on-line con il lancio del nostro nuovo sito! Un progetto di cui siamo molto orgogliose e che non sarebbe stato possibile senza la cura e la pazienza dei nostri angeli custodi IlariaGiulia .

 

 

A settembre una notizia incredibile: abbiamo quasi fatto sport! Le ragazze di TAM , la nuova associazione sportiva della città, ci hanno scelto per cucire i loro zainetti. Adoriamo le storie di passione, e questa è decisamente una delle nostre preferite; se non conoscete Letizia, Jessica e tutta la loro crew di donne determinate e bellissime, dovete assolutamente rimediare!

 

Tra macchine da cucire e cartamodelli il nostro laboratorio ha ospitato il Sofar Sounds e le magiche atmosfere del suo live acustico, in una serata indimenticabile: le vie del cucito sono davvero infinite!

A ottobre abbiamo fatto 450! Cosa significa? Che da gennaio 2015 ad oggi, con i nostri corsi, abbiamo accolto e accompagnato 450 aspiranti sartine nel sogno del primo capo handmade e nel racconto di una moda sostenibile. La nostra community si allarga ogni giorno di più e siamo fiere di tutte voi!

E a dicembre? A dicembre grande festa, finalmente è arrivato Martino. Martino è il gatto Fabrique, vive in negozio ed è la ciliegina sulla torta di questo anno meraviglioso, ora è davvero tutto perfetto.

Grazie di cuore, senza di voi Fabrique non sarebbe la stessa cosa e, dopo questa premessa, non vediamo l’ora di conoscere il 2018!

Buon anno

Elena Francesca

Workshop di composizione floreale: le nostre ghirlande di Natale

 

Il 16 dicembre abbiamo aperto ufficialmente la stagione natalizia nel laboratorio gratuito di composizione floreale. Insieme alle nostre ragazze e al nostro prezioso assistente Martino abbiamo reinterpretato un classico della tradizione: la ghirlanda da appendere.

Le richieste sono state tante ma il numero di partecipanti, come sapete, è sempre chiuso ad un massimo di sei. Per accontentare tutte voi che non siete riuscite a prenotarvi in tempo, ecco il racconto di questa giornata speciale, tra chiacchiere, tè nero e caramelle gommose.

 

Questo è un progetto a costo zero, velocissimo e di grande effetto; potete utilizzare  le piante che preferite, purché i rami siano resistenti e flessibili: noi abbiamo scelto Edera, Agrifoglio, Vite Americana, Nandina e Gelsomino.

Per creare la vostra ghirlanda vi serviranno anche:

  • un tondo per dare forma e dimensione alla ghirlanda (un vaso andrà benissimo)
  • un gomitolo di lana
  • forbici
  • ritagli di tessuto per decorare
  • spago

Per prima cosa accoppiate due rami di edera lunghi e flessibili, fateli passare attorno al vaso che userete per dare forma alla ghirlanda; poi fermatela con uno spago.

Immaginate la ghirlanda come un orologio, e procedete fermando con lo spago a ore 3.00, 6.00, 9.00 e 12.00.

Continuate a inserire e alternare i rametti, fermandoli di volta in volta.

Terminata questa fase iniziate a decorare annodando i piccoli ritagli di tessuto per nascondere lo spago proprio come ha fatto Stefania, che non ha perso l’occasione di dedicare la ghirlanda ai suoi inseparabili levrieri Boris e Laila.

 

A breve vi sveleremo la programmazione 2018, con tante nuove attività, corsi, workshop e laboratori gratuiti: seguiteci e scoprirete tutte le novità che abbiamo pensato per voi!

E ricordate di mandarci le foto delle vostre ghirlande, siamo curiosissime!

 

Balletto sulla Luna: vi presentiamo la Party Collection 2017

Una cosa è certa: le tradizioni vanno rispettate.

Volete sapere qual è la nostra?

Noi ogni anno, in questo periodo, pensiamo a una Party Collection, la nostra esclusiva raccolta di capi speciali per celebrare i giorni di festa che stanno arrivando. 

Ogni collezione, piccola o grande, per noi è un’avventura, un viaggio e una nuova scoperta e oggi vogliamo raccontarvi “Balletto sulla Luna”, la Party Collection 2017 che abbiamo cucito con cura nell’ultimo mese.

Per disegnare questi modelli siamo andate nello spazio e abbiamo immaginato un mondo magico, fatto di nuove luci e materiali splendenti

Elena ha messo da parte il suo orgoglio minimal, io mi sono scatenata e insieme abbiamo ornato i nostri abiti senza risparmiare passamanerie e frange.

Jersey brillanti, lurex, tessuti Chanel e velour sono stati i protagonisti del laboratorio in queste frenetiche settimane. Le nostre forbici hanno tagliato senza sosta e le cartelle colori si sono popolate di luce, in una cascata di oro e argento.

Vogliamo che questi siano i capi che vi faranno compagnia quando starete ballando fino a notte fonda, quando brinderete e tutto sembrerà più leggero.

Benvenute sulla luna.

Francesca

Queste cose sono successe davvero

Queste cose sono successe davvero, ed è pazzesco. Da gennaio 2015 ad oggi le nostre sartine sono state 124.

124 donne, perchè gli uomini si fanno ancora desiderare. 124 donne  che hanno sorriso e mangiato caramelle gommose insieme a noi.

Ci siamo raccontate, vi siete raccontate e abbiamo sfatato insieme il mito “non ho manualità”. Abbiamo adattato il modello per chi si è iscritta e poi si è presentata col pancione e fatto brainstorming per scegliere l’adatta colonna sonora, tra gruppi di migliori amiche, madri e figlie, colleghe, vicine di casa, o splendide perfette sconosciute.

Tutte e 124 hanno fatto almeno un  lavoro, anzi quasi tutte, quasi due: facendo un rapido calcolo, e arrotondando  per difetto, diciamo di aver cucito insieme 220 capi?

Se almeno uno, tra questi 220 , è la bandiera che sventolate sicure e fiere, crediamo di essere sulla strada giusta.

 

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Nelle grandi catene del Fast Fashion, è facile trovare abiti a buonissimo mercato, perchè il loro vero prezzo lo ha pagato qualcun altro in termini di sfruttamento. Se almeno uno, tra questi 22o, vi ha evitato o vi eviterà di acquistare Fast Fashion in futuro, crediamo di essere sulla strada giusta.

Il cuore che avete messo nella vostra prima creazione vi ha reso madri orgogliose, fino a comprendere  il sacrificio dietro ogni orlo: se almeno uno di questi 200 sa raccontare questa storia, siamo decisamente sulla strada giusta.

 

 

 

5 trend dell’ estate 2016 mentre sono in pigiama

5 trend dell’estate 2016 è meglio raccontarli nel modo più onesto possibile: in pigiama e con un’acconciatura da terza media.

Probabilmente, su 5 trend non ne seguiremo nemmeno uno, ma, a quanto pare è giusto saperli, e poi è bello fare cose utili mentre si è in pigiama.

Utili, soprattutto.

 

Numero 1 di 5 :

Pink!

Il rosa, in tutte le sfumature possibili ci dice che siamo Pretty in Pink, quindi, se tutti stanno dicendo la verità, per una volta potrò vestirmi come una meringa ed essere socialmente accettata in mezzo ad altre meringhe.

 

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Numero 2 di 5.

Ruches, balze.

Ho imparato a cucire da bambina, con la nonna nelle giornate di pioggia, e da subito ho appreso due cose importantissime:

  • che erano appena finiti gli anni Ottanta e che questo significava immancabilmente ruches
  • che non può piovere per sempre

Un caloroso bentornato!

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Numero 3 di 5

Crazy Patterns.

Il senso di soddisfazione  di indossare qualcosa che non porterebbe nessuno.

Libero sfogo all’estro, con buona pace dell’amica bacchettona che non lo farebbe mai. Mentre ci godiamo la scena del giudizio altrui, io quasi quasi, taglierei anche un paio di rami secchi.

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Numero 4 di 5.

Stripes!

Le grandi righe, orizzontali o verticali che siano, ci ricordano che torna di moda il carcere. Che poi è il sogno della mia vita perchè ho un sacco di libri indietro da leggere, quindi fatemelo almeno credere.

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Numero 5 di 5.

Flamenco.

Qualunque cosa significi, Flamenco! Probabilmente vorrà dire “copritevi di balze e pois e iniziate a roteare”, ma io preferisco che sia un semplice invito alla disinvoltura.

Chi conosce da vicino il mondo Fabrique sa che sono una fan accanita delle frasi motivazionali da appendere al muro. Non ne seguo neanche una, in realtà, ma questa mi è rimasta in testa, e credo anche che sia vera: self confidence is the best outfit, rock it and own it!

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www.republiquefabrique.com

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PICCOLO É BELLO

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Piccolo è bello e forse è anche meglio, per 3 buone ragioni più una: questa è una doverosa parentesi sulla nostra filosofia, su come lavoriamo, come pensiamo e come abbiamo costruito Fabrique Handmade.

1) La nostra , dall’atmosfera al ciclo di produzione, è un’esperienza familiare: ci piace pensare che questo carattere sia visibile in ogni dettaglio, e che avvicinarsi a noi sia come andare a bere un the da un’amica, anzi due!

2) Less is more! La nostra è una piccola produzione, e piccola vuole rimanere: solo così possiamo concentraci a pieno e dare ad ogni dettaglio la cura che merita. I nostri capi sono concepiti interamente in laboratoro e cuciti a mano con le nostre mani e il nostro ciclo di produzione è sostenibile, ad impatto zero dall’inizio alla fine: dai materiali  al nostro packaging,  fatto con materiale riciclato.

3) Piccola è anche la nostra Scuola di Cucito, sono quattro posti per volta, si riempiono in fretta e ci piacerebbe accontentarvi sempre! Ma solo con corsi così ristretti, da gennaio 2015, siamo riuscite a seguire più di 50 aspiranti sartine, accompagnandole tutte per mano alla relizzazione del primo capo handmade. Se avete pazienza, aspettateci e troveremo un posto per voi!

4) In questi anni una cosa l’abbiamo imparata: la passione è una cosa grande. Tre anni fa eravamo a cucire cose a caso in uno spazio condiviso che era una specie di magazzino e non lo facevamo per una ragione particolare ma solo per passione, da ieri a oggi sono cambiate molte cose tranne una, provate a indovinare qual’è…

Istruzioni per il lavaggio dei capi Handmade

Una piccola guida con alcune semplici istruzioni di lavaggio per i vostri capi handmade.  D’ora in avanti il lavaggio di capi handmade non sarà più un segreto, ma dovete fare attenzione: è frequente che, nel nostro settore, si preferiscano, per ragioni etiche o di sostenibilità, materie prime del tutto naturali o poco trattate, e quindi più delicate, che mal sopporterebbero un lavaggio troppo violento.

Ecco alcuni accorgimenti perché i vostri capi preferiti non vi abbandonino mai…sembrerà strano, ma a volte le istruzioni sull’etichetta da sole non bastano!

Prima di iniziare, un piccolo promemoria : dividete sempre il bucato a seconda dei colori, nero con nero, bianco con bianco e colorati con colorati.  Se avete il sospetto che un capo stinga (a volte i capi artigianali, o nuovi in generale, presentano un eccesso di colore che si perde con i primi lavaggi), inumiditelo e stiratelo su un panno di cotone bianco, lo noterete subito.

Non tutti i tessuti sono uguali, se volete che i vostri capi handmade preferiti vi facciano compagnia ancora per molte stagioni, dovete conoscerli e rispettare queste piccole regole.

La SETA è la fibra naturale più delicata in assoluto: il lavaggio va effettuato a mano in acqua e sapone, preferibilmente fredda o appena tiepida. Il risciacquo è rigorosamente a freddo, con qualche goccia d’aceto o un cucchiaino di zucchero.  L’asciugatura dev’essere il più dolce possibile: evitate di strizzare il capo e stendetelo ben dritto su una gruccia senza mai esporlo alla luce diretta del sole, potrebbe ingiallire! Non avete finito di leggere la frase e l’avete esposto al sole? Lasciatelo in ammollo in 3/4 di acqua fredda, 1 goccia di ammoniaca e 1/4 di acqua ossigenata.

LINO e COTONE sono meno delicati, ma meritano comunque un certo rispetto. I capi in lino e cotone vanno smacchiati a mano e il lavaggio in lavatrice dev’essere sempre inferiore ai 50°, si tratta di fibre naturali e un lavaggio più intenso rischierebbe di comprometterne il colore. Lasciugatura è sconsigliata a luce diretta del sole o in asciugatrice, che potrebbero comportare restringimento.

La LANA è delicatissima, non va mai bollita né lavata con prodotti a base di cloro. Il lavaggio a mano è raccomandato ( senza ammollo e in acqua e ammorbidente a temperatura inferiore ai 30°C), ma, se siete temerarie,  è possibile anche lavarla in lavatrice. Dopo aver assorbito l’acqua in eccesso con un panno, senza mai torcere il capo, poniamolo su un panno asciutto per l’asciugatura.

La VISCOSA e le fibre artificiali in genere hanno un carattere meno sensibile, ma sconsigliamo il lavaggio oltre i 50° e l’asciugatura in asciugatrice. 

In bocca al lupo, belle lavanderine!

FABRIQUE AVANT FABRIQUE

Quella del 7 gennaio è stata una data importante e il nostro primo giorno ufficiale, ma prima?

Non siamo sempre state così, ma siamo sempre state qui, nella nostra piccola casa.
2011: Elena trova un appartamento al terzo piano di questo palazzo, Fabrique non si chiama Fabrique, ed è un mucchio dimenticato di calcinacci e polvere, in un vicolo con un nome strano. “Tresanda del Territorio”.
“Tresanda” significa, letteralmente, “viottolo, stretto passaggio”, il luogo ideale per aprirci un negozio, insomma.
Ogni giorno Elena esce di casa per andare al lavoro, ogni giorno il mucchio dimenticato resta muto a piano terra, passa il tempo e crescono i calcinacci, passa il tempo e si accumula polvere.
Ogni tanto una sbirciata dentro, con molta immaginazione.
L’inspiegabile.
Non so ancora come Elena abbia convinto la nostra padrona di casa, non so nemmeno in che giorno le sia esattamente venuto in mente, ma so che è successo e che da lì in poi avremmo avuto una casa.
Una seconda casa in cui avere una scrivania, una macchina da cucire e delle scatole ammassate con i nostri tessuti: per noi era già il massimo.
Con poche pretese abbiamo riunito amici con le nostre stesse intenzioni ed è iniziato tutto, senza troppi progetti, senza troppe finanze e con un nome ridicolo.
Riciclate le tende della zia per coprire le vetrine, dimenticato il riscaldamento e acquistatate in colorificio delle tinte in offerta per le pareti (un lilla e un ottanio, che avrei preferito prendere un pugno in un occhio), abbiamo iniziato.
Era tutto giusto e in qualche modo aveva un senso.
Così passano i mesi, cambiano gli amici in condivisione, e si alternano diverse esperienze, le pareti almeno si sbiancano, e ogni giorno impariamo qualcosa.
Ognuno di loro ci ha fatto un regalo, anche senza volerlo, se ora siamo così.
Tutti i giorni siamo cresciute, e tante risposte sono arrivate da sole, senza fretta.
Anche oggi ci dividiamo ancora tra Fabrique e un’altro lavoro, ma almeno siamo sicure che la passione abiti qui!
Quando ci viene chiesto di motivare alcune scelte, di spiegare il nostro stile e la nostra immagine non abbiamo mai molto da dire.
In effetti tutto si spiega da solo e si spiega con noi, perché sarebbe come dover spiegare come mai hai un gatto e non un cane o perché non ti piace il gelato al pistacchio mentre piace a tutti.
Non ho un gatto, ne ho due e tendo ad odiare il gelato al pistacchio perché sono fatta così.
Tutto quello che vedete, infilandoci una buona parte di disordine, è così per questi motivi, ed è così per noi.
Speriamo che vi piaccia.

photo credits: Pinterest